Il deficit di memoria può essere un sintomo a sé stante o indicare un inizio di demenza. È uno dei motivi più comuni di consultazione medica, in particolare per gli anziani. Spesso sono i familiari a notare i sintomi nel paziente. Esistono due tipi principali di memoria: quella a breve termine che indica le informazioni recenti comunicate al paziente o che il paziente apprende e quella a lungo termine, che indica le informazioni ricevute in passato. Le due memorie sono conservate in parti diverse del cervello. La memoria a lungo termine è conservata in molte aree del cervello. Le nuove informazioni sono conservate nell’ippocampo, una zona del cervello che può andare incontro ad atrofia, con conseguente perdita in breve tempo delle informazioni acquisite.
I disturbi di memoria
I cambiamenti della memoria con l’età
La maggior parte delle persone invecchiando presenta alcuni problemi di memoria. Ricordare cose nuove richiede più tempo ed a volte non si riesce. Coloro che soffrono di questo tipo di perdita di memoria a volte dimenticano le cose, per esempio, dove hanno messo le chiavi, gli occhiali, i soldi. Questo tipo di perdita di memoria non è un segno di demenza o di malattia di Alzheimer precoce.
Depressione
Può essere correlata alla demenza. Le persone dimenticano raramente eventi correnti importanti, solitamente manifestano altri sintomi, come tristezza intensa, problemi di sonno, perdita di appetito.
Demenza
È un declino più grave delle facoltà mentali. La perdita di memoria, in particolare per le informazioni acquisite di recente, è spesso il primo sintomo e peggiora nel tempo. Le persone che soffrono di demenza possono dimenticare eventi importanti. Il soggetto ha difficoltà a ricordare come fare le cose che ha fatto molte altre volte e come arrivare in luoghi in cui è stato spesso, non riesce più a compiere attività che richiedono diversi passaggi, esce ma dimentica appuntamenti, dimentica di spegnere il gas, di chiudere a chiave la porta di casa quando esce. Chi soffre di demenza è inconsapevole della propria perdita di memoria e spesso nega di averla.Le persone che soffrono di demenza alla fine sono disorientate e possono non sapere dove si trovano. Possono diventare più irritabili, ansiose, paranoiche. Esistono molte forme di demenza. La malattia di Alzheimer è la forma più comune. La maggior parte delle forme di demenza peggiora progressivamente se non si interviene farmacologicamente.
I disturbi comportamentali
I disturbi comportamentali possono presentarsi in tutte le fasi del deficit cognitivo, da quello lieve fino alle forme medio-gravi. Nelle fasi iniziali, le persone possono manifestare comportamenti e cambiamenti di personalità quali, irritabilità, ansia, depressione, mentre nelle fasi successive di malattia, soprattutto nelle fasi avanzate, possono verificarsi altri sintomi tra cui: agitazione, rabbia, aggressività, irrequietezza, allucinazioni, deliri, depressione, disturbi dell’appetito e del sonno. I disturbi comportamentali costituiscono un problema di non sempre semplice gestione sia a casa che nelle case di cura o in Ospedale, nonché una pesante fonte di stress e sovraccarico assistenziale per i familiari. Non tutti i disturbi sono contemporaneamente presenti in uno stesso paziente ed in ogni paziente i disturbi assumono espressioni diverse, sia per quanto riguarda il tipo che per la gravità dei sintomi. E’necessaria un’attenta valutazione dei disturbi comportamentali per decidere come affrontarli, farmacologicamente e non, al fine di consentire al paziente ed ai familiari una migliore qualità di vita.
Il deficit cognitivo lieve
Il deficit cognitivo lieve (Mild Cognitive Impairment o MCI) è uno stadio intermedio tra il declino cognitivo presente nel normale processo di invecchiamento, ritenuto fisiologico per l’età ed un declino cognitivo più grave, espressione di demenza. Può manifestarsi con problemi legati alla memoria, al linguaggio, al ragionamento, al giudizio, che non sono particolarmente gravi ma tuttavia sono maggiori rispetto ai normali cambiamenti legati all’età. Il deficit cognitivo lieve merita una valutazione clinica ed indagini specifiche al fine di una diagnosi ed un trattamento precoce perché può aumentare le probabilità di sviluppare una demenza negli anni successivi. Sono stati identificati alcuni fattori di rischio per lo sviluppo di deficit cognitivo lieve quali l’età, il diabete, il fumo, la depressione, l’ipertensione arteriosa, alti livelli di colesterolo nel sangue, la sedentarietà, la mancanza di stimoli intellettivi e sociali.
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